Nel 1947, concluse le battaglie della Seconda guerra mondiale e stabilito il nuovo confine tra l’allora Jugoslavia e l’Italia con il Trattato di pace di Parigi, i militari a stelle e strisce decisero di disegnare una delle divisioni più inutili della storia. Il nuovo confine divise a metà il cimitero di Miren, senza badare alla dignità dell’uomo, letteralmente trafiggendo l’orgoglio degli abitanti locali tra le tombe dei loro antenati. Solo nel 1975, grazie al Trattato di Osimo, il confine che separava dall’aldilà venne spostato ai margini del cimitero. Nel secondo dopoguerra, il luogo divenne conosciuto per l’emigrazione di massa in Italia, verso la quale i carsolini partivano per un mondo migliore e pieno di possibilità. Tra il 1948 e il 1955, periodo in cui il confine di stato era particolarmente sorvegliato, le forze dell’ordine catturarono oltre 30.000 persone che volevano entrare illegalmente in Italia e più di 20.000 immigrati illegali che attraversavano la frontiera con la Jugoslavia. Il museo si trova al cimitero di Miren ed è dedicato a chi ha patito la divisione dei due stati, a chi il confine ha impedito di visitare la tomba di famiglia, a chi la frontiera pareva come un sipario che copriva l’ignoto e a chi, attraversando il confine, lasciava alle spalle le speranze, la libertà e la vita.
Miren pokopališče, 5291 Miren
+386 41 615 109
http://www.visitkras.info/muzej-spomni-se-name
Ogni giorno, dalle 10 alle 17